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Si, sono un operatore sanitario
Note: Ai sensi e per gli effetti dell’Art. 76 D.P.R. 445/2000 consapevole della responsabilità e delle conseguenze civili e penali previste in caso di dichiarazioni mendaci e/o formazione od uso di atti falsi, nonché in caso di esibizione atti contenenti dati non più corrispondenti a verità e consapevole altresì che qualora emerga la non veridicità del contenuto della presente decadranno i benefici per i quali la stessa è rilasciata confermo di essere un OPERATORE SANITARIO.
I contenuti presenti in questo sito contengono informazioni rivolte agli operatori sanitari, in quanto si riferiscono a prodotti rientranti nella categoria dei dispositivi medici che richiedono l’impiego o l’intervento da parte di professionisti del settore medico-sanitario.
Informazioni sulla terapia
La fusione spinale è un intervento chirurgico impiegato per il trattamento della malattia degenerativa del disco intervertebrale. Utilizzando l’osso prelevato dall’anca del paziente stesso (autotrapianto) e strumenti quali barre e viti, questa procedura consente di fondere due o più vertebre adiacenti, al fine di stabilizzare la colonna vertebrale e alleviare il dolore.
La fusione spinale è l’unione di due segmenti ossei, sia che si tratti di una frattura o di un’articolazione vertebrale. La strumentazione è composta da barre e viti che agiscono da “gesso interno” per stabilizzare le vertebre fino alla fusione o alla ricrescita dell’osso.
I diversi tipi di fusione spinale si riferiscono all'area della colonna vertebrale coinvolta e al differente accesso alla colonna per l'esecuzione dell'intervento.
La discectomia e la fusione cervicale anteriore sono interventi chirurgici cervicali che prevedono l'accesso alla colonna vertebrale mediante un'incisione praticata nella parte anteriore del collo. Il disco interessato viene rimosso e sostituito con l’osso prelevato dall’anca del paziente. In qualche caso, il chirurgo impianterà una piccola piastra di metallo per stabilizzare la colonna vertebrale durante la guarigione.
La fusione intersomatica lombare anteriore (ALIF) è un intervento chirurgico che prevede l'accesso alla colonna vertebrale tramite un'incisione praticata nell'addome. Una porzione del disco intervertebrale malato viene rimossa dalla colonna e sostituita con un impianto. Qualora fosse necessario, nella parte posteriore della colonna vertebrale, possono essere inserite viti e barre in titanio o in acciaio inossidabile per aumentare la stabilità dell'intera struttura.
La fusione intersomatica lombare posteriore (PLIF) è un intervento chirurgico che comporta l'accesso alla colonna vertebrale dalla parte posteriore del corpo (schiena). Il materiale per l’innesto osseo viene quindi posizionato tra due vertebre adiacenti (intersoma) per promuovere la crescita ossea che unisce le due strutture (fusione). Il materiale per l'innesto osseo agisce da ponte, o impalcatura, sul quale può crescere l'osso nuovo. L'obiettivo fondamentale di questo tipo di intervento è ripristinare la stabilità della colonna vertebrale.
Oggi, la tecnica PLIF può anche essere effettuata mediante un approccio chirurgico minimamente invasivo. Questa procedura permette al chirurgo di praticare piccole incisioni e di separare delicatamente i muscoli che circondano la colonna vertebrale anziché sezionarli. La tradizionale chirurgia vertebrale a cielo aperto comporta la recisione dei muscoli dalla colonna vertebrale. Una tecnica minimamente invasiva, invece, preserva le funzioni muscolari e vascolari circostanti e riduce al minimo la formazione di tessuto cicatriziale.1,2
La fusione intersomatica lombare transforaminale (TLIF) è un intervento chirurgico che prevede l'accesso alla colonna vertebrale lombare attraverso un'incisione praticata sulla schiena. Il nome di questa procedura deriva da: fusione (stabilizzazione spinale), intersomatica (impianti o innesti ossei posizionati tra due vertebre), lombare (parte inferiore della schiena) e transforaminale (attraverso il forame).
Stevens KJ, Spenciner DB, Griffiths KL, Kim KD, Zwienenberg-Lee M, Alamin T, Bammer R. Comparison of minimally invasive and conventional open posterolateral lumbar fusion using magnetic resonance imaging and retraction pressure studies. J Spinal Disord Tech.2006 Apr;19(2):77-86.
Khoo LT, Fessler RG. Microendoscopic decompressive laminotomy for the treatment of lumbar stenosis. Neurosurgery. 2002 Nov;51(5 Suppl):S146-54.
I contenuti di questa pagina sono esclusivamente ad uso informativo e in nessun caso devono sostituire il parere, la diagnosi o il trattamento prescritti dal proprio medico curante. La risposta allo stesso trattamento può variare da un paziente all'altro. Consultatevi sempre con il vostro medico su qualunque informazione relativa a diagnosi e trattamenti ed attenetevi scrupolosamente alle sue indicazioni.
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