Padre e figlio che gioiscono mentre guardano la televisione


Il 29 ottobre è la

Giornata
mondiale
contro l'ictus cerebrale

É un ictus, non un punto finale.

Il fattore chiave per un recupero efficace dopo un ictus è ricevere il trattamento appropriato - e in modo tempestivo.

Dopo un ictus, molte persone pensano che questo evento rappresenti un punto finale per la qualità della loro vita, ma non è così.

In occasione della Giornata Mondiale contro l'Ictus Cerebrale, vogliamo sensibilizzare su tutte le terapie e i trattamenti più efficaci. Facendo in modo che nulla metta un punto finale al recupero dopo un ictus, è possibile riprendere in mano la propria vita.

Perché è importante parlarne?

Il fattore chiave per un recupero efficace è il più delle volte ricevere il trattamento appropriato - e in modo tempestivo. Per questo motivo vogliamo aumentare la consapevolezza sulle cause, sui sintomi e sulle opportunità di trattamento dell’ictus. Facciamo sì che più persone vincano la battaglia contro l'ictus, si rimettano al meglio e usufruiscano appieno del resto della propria vita.


causa di disabilità
tra gli adulti 
nell'Unione Europea

1,6
milioni
di persone colpite da ictus
in Europa ogni anno

988
mila 
decessi all'anno. Significa circa 1 persona su 9 tra chi ne è colpito.


causa di decesso
tra gli adulti 
nell'Unione Europea

Cos'è un ictus?

Un ictus si verifica quando un vaso sanguigno nel cervello si blocca improvvisamente per via di un coagulo (ictus ischemico) o si rompe causando sanguinamento (ictus emorragico). Ciò significa che l'afflusso di sangue viene ridotto, con conseguente danno alle cellule e ai tessuti cerebrali. A seconda della gravità, l'ictus può influenzare una serie di funzioni nel corpo o addirittura risultare fatale. 

Sono molte le ragioni per cui può verificarsi un ictus (o un attacco ischemico transitorio, noto come mini-ictus). In alcuni casi le cause di un ictus possono essere sconosciute (ictus criptogenetico). Sappiamo però che il restringimento e l'indurimento delle arterie, causati dall'invecchiamento, da determinate condizioni mediche o da fattori legati allo stile di vita, sono tra i principali fattori di rischio per l'ictus.

Come identificare un ictus?

In caso di ictus, è necessario seguire l'acronimo FAST che permette di riconoscere i sintomi e fornire prontamente l'aiuto necessario. Seguendo l'acronimo FAST, è possibile salvare una vita o ridurre l'impatto complessivo dell'ictus.

F
(Face drooping)
Volto cadente

A
(Arm weakness)
Debolezza delle braccia

S
(Speech difficulty)
Difficoltà a parlare

T
(Time to call
emergency services)
Tempestività nel chiamare i servizi di emergenza

Cosa succede dopo un ictus?

Nonostante le centinaia di migliaia di persone colpite da ictus ogni anno, è ancora opinione diffusa che si possa fare molto poco per ridurne l'impatto. Il nostro obiettivo è mostrare i diversi trattamenti e terapie disponibili, in modo che nessuno si rassegni a mettere un punto finale al proprio recupero dopo un ictus.

Icona blu dell'ictus ischemico

Trattamento
dell'ictus ischemico

Se un ictus è causato da un coagulo di sangue nel cervello, è fondamentale che questo venga rimosso il più rapidamente possibile per ripristinare il flusso sanguigno. 

A volte questa operazione può essere eseguita dal punto di vista terapeutico mediante l'attivatore tissutale del plasminogeno (t-PA) che rompe i coaguli di sangue e ne riduce le dimensioni. Questo farmaco viene solitamente somministrato tramite iniezione o flebo entro 4,5 ore dall'insorgenza conclamata dei sintomi o inserito direttamente nel cervello tramite un catetere come parte del trattamento di trombolisi intra-arteriosa entro sei ore dall'ictus. Se somministrato rapidamente, questo trattamento può consentire a un paziente colpito in modo grave di riprendersi completamente. 

Per coloro che hanno subito un ictus ischemico acuto (AIS) dovuto all'occlusione di grandi vasi (LVO), è possibile utilizzare, per un massimo di 16 ore, un dispositivo di rivascolarizzazione che consente di recuperare i coaguli di sangue e di spostarli fuori dai vasi sanguigni nel cervello, ripristinando il flusso sanguigno.

Questo trattamento è più semplice di quanto si possa pensare. È classificato come terapia mininvasiva, il che significa che di solito non richiede anestesia totale, e prevede l'inserimento di un micro-catetere nel cervello tramite un'arteria della gamba o del braccio. Il coagulo viene quindi rimosso in modo indolore e molti pazienti possono essere dimessi il giorno stesso.

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Icona blu dell'ictus emorragico

Trattamento
dell'ictus emorragico

Per trattare gli aneurismi rotti o non rotti all'interno del cervello, i neuroradiologi interventisti possono utilizzare la tecnica di embolizzazione, che consiste nell'inserimento di un catetere nel cervello tramite un'arteria della gamba o del braccio. Il catetere viene fatto avanzare fino all'aneurisma dove viene inserito un farmaco embolizzante o una minuscola spirale metallica, che causa la formazione di un coagulo di sangue.

Una volta impedito al flusso sanguigno di accedere al vaso, il catetere viene rimosso. Questo trattamento può ridurre al minimo il danno causato da un vaso rotto e contribuire a favorire un recupero più rapido dei pazienti colpiti da ictus.

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Icona blu dell'ictus criptogenetico

Trattamento
dell'ictus criptogenetico

Per capire come trattare un ictus criptogenetico, i medici devono prima scoprirne la causa. Una delle potenziali cause è la fibrillazione atriale, ovvero una frequenza cardiaca irregolare o insolitamente veloce. Per individuare la causa, è possibile utilizzare un monitor cardiaco inseribile (MCI). 

Questo dispositivo consente ai medici di monitorare i sistemi del paziente sul lungo termine e di tenere d'occhio i sintomi poco frequenti. Grazie al monitoraggio continuo, il medico può ottenere informazioni sul cuore e riuscire a trovare la risposta giusta. Ciò permette ai pazienti colpiti da ictus di stare più tranquilli, evitando che venga messo un punto finale al loro trattamento e al loro recupero. 

Spasticità causata da ictus

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La spasticità è causata da un'alterazione dei segnali tra il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) e i muscoli. I muscoli risultano tesi e rigidi, rendendo i movimenti difficili o incontrollabili. È inoltre possibile che spasmi muscolari dolorosi influenzino le attività quotidiane.

Trattamento
della spasticità post-ictus

La spasticità post-ictus richiede un trattamento specializzato: un intervento tempestivo può ridurre il peggioramento o la gravità dei sintomi. Nel caso in cui la spasticità colpisca più di un'estremità e siano già state provate altre opzioni di trattamento che non hanno dato risultati soddisfacenti o hanno causato la comparsa di troppi effetti collaterali, è possibile procedere alla somministrazione intratecale di farmaci per la spasticità per aiutare a ridurne l'impatto. 8,9

Informazioni su Medtronic e sul perché sostiene la Giornata mondiale contro l'ictus cerebrale

Medtronic è leader a livello globale nella tecnologia, nei servizi e nelle soluzioni medicali e impiega oltre 85.000 persone in tutto il mondo.

Collaboriamo con professionisti sanitari e supportiamo pazienti in quasi 160 Paesi. 

La nostra missione è alleviare il dolore, ridare la salute e prolungare la vita.

Poiché si sono verificati 101,5 milioni di casi di ictus3 a livello globale nel 2019 e una persona di età superiore ai 25 anni su quattro sarà colpita da ictus nel corso della propria vita4, sosteniamo la Giornata mondiale contro l'ictus cerebrale per contribuire a sensibilizzare in materia di terapie e trattamenti appropriati per la gestione dell'ictus.

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I contenuti di questa pagina sono esclusivamente ad uso informativo e in nessun caso devono sostituire il parere, la diagnosi o il trattamento prescritti dal proprio medico curante. La risposta allo stesso trattamento può variare da un paziente all'altro. Consultatevi sempre con il vostro medico su qualunque informazione relativa a diagnosi e trattamenti ed attenetevi scrupolosamente alle sue indicazioni.